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Elezioni Politiche 2006
Consulta qui le liste elettorali >>>

Nell’era della comunicazione digitale, è mai possibile che il nome dei candidati alle elezioni politiche si conosca solo mediante l’affissione del manifesto elettorale?
di Nicola Lupo*

(in corso di pubblicazione sul Forum di Quaderni costituzionali: www.forumcostituzionale.it)

1. Un cambiamento radicale (anzitutto ai fini della responsabilità politica): dalle preferenze multiple, alla preferenza singola, al collegio uninominale, fino alla lista
bloccata.

La riforma delle leggi elettorali di Camera e Senato (legge 21 dicembre 2005, n. 270) approvata, a colpi di maggioranza, di maxiemendamenti e di subemendamenti (perciò, non ulteriormente emendabili) presentati dagli stessi deputati di centrodestra (cfr., per una sintesi del procedimento di
approvazione e dei contenuti della legge n. 270 del 2005, P.L. Petrillo, La nuova legge elettorale per la Camera ed il Senato, in www.associazionedeicostituzionalisti.it, 1° febbraio 2006), sta ora comportando una serie di conseguenze sugli equilibri del sistema istituzionale, delle quali solo gradualmente stanno emergendo l’importanza e la pervasività.
L’estrema delicatezza dei meccanismi elettorali e dei loro effetti, più o meno previsti dai loro autori, non può costituire, del resto, una sorpresa: se il solo passaggio dalle preferenze multiple alla
preferenza unica originò, nelle elezioni del 1992, un profondo indebolimento delle clientele e delle cordate di candidati nelle diverse liste, l’avvento di un sistema prevalentemente maggioritario a collegi uninominali determinò, nelle elezioni del 1994, uno scossone al sistema partitico tale da causare il venir meno o il cambio di denominazione di tutti i partiti sui quali si era fondata la Costituzione repubblicana.
Dalla soppressione dei collegi uninominali e dall’adozione del sistema della lista bloccata deriva ora, evidentemente, una profonda alterazione dei meccanismi attraverso cui far valere la
responsabilità dei parlamentari davanti ai cittadini, ossia del nodo cruciale costituito dal rapporto di rappresentanza tra eletti ed elettori.
All’indomani della presentazione delle liste e delle candidature, si coglie appieno come le nuove leggi elettorali, oltre ad aver determinato, nonostante le soglie di sbarramento, la moltiplicazione delle forze politiche che si presentano alle elezioni (e a questo punto, si saprà finalmente a chi attribuire le responsabilità di un’eccessiva frammentazione partitica), abbiano pressoché completamente reciso ogni legame tra i parlamentari e i rispettivi elettori, privilegiando in modo
esclusivo il vincolo del parlamentare con il partito di appartenenza.
Il venir meno di questo legame è particolarmente evidente per i parlamentari che erano in carica nella XIV legislatura e che ora, a stare ai canoni della teoria democratico-rappresentativa, si
sottopongono al giudizio degli elettori: in particolare, per i 475 deputati e i 232 senatori eletti nei collegi uninominali, i quali magari hanno coltivato con cura, per cinque anni, i rispettivi collegi e che ora si trovano privi di ogni riferimento territoriale, se non a circoscrizioni regionali o infraregionali che spesso non ricomprendono neppure il loro precedente collegio elettorale.
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* Professore associato di Diritto delle assemblee elettive nella facoltà di Scienze politiche della Luiss Guido Carli di Roma.

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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